Breve storia

Il Tempio di San Francesco fu costruito a ricordo del Poverello di Assisi, che nel 1215, accolto dal popolo e dal clero, venne ad Ascoli. La sua parola e l’esempio della sua vita colpirono talmente gli animi, che trenta giovani ascolani “laici e chierici” chiesero di vestire il suo abito e formarono la prima Comunità di Frati Minori. Questi vissero, per anni, in più luoghi fuori le mura della città. E’ nel 1257 che essi ottennero la licenza del Papa Alessandro IV (1254-1261) e da S. Bonaventura, Ministro Generale, di trasferirsi entro le mura. Vendettero tutto e comperarono il sito “in vico Scayde”, luogo di lavorazione di travertino, presso l’attuale Piazza del Popolo. E’ in questo luogo che sorgerà la nuova grande chiesa.

Sarà il Papa stesso a inviare nel 1258 la prima pietra da lui benedetta. Per sopravvenute difficoltà e contrasti, però, la costruzione potrà iniziare solo nel 1262.

Il progetto dell’architetto Antonio Vipera ascolano era in stile romanico, come dimostrano i rilievi delle fondazioni dell’Abside e dei pilastri del Presbiterio.

Dopo il 1300, alla ripresa dei lavori, interrotti a cinque metri dalla base delle fondazioni, fu sviluppato un nuovo progetto in stile gotico, tipico del periodo di transizione. Autore molto probabile del progetto sarebbe Fra Bevignate, religioso dell’Ordine dei Silvestrini, il quale, oltre a molte altre notevoli opere, sembra che abbia lavorato nella chiesa di San Francesco in Gubbio.

Furono pertanto elevati i muri perimetrali sopra le suddette fondazioni romaniche con blocchi di travertino e i dieci pilastri ottagonali. L’ampia copertura dei tetti delle tre navate fu impostata su massicce travi a capriate.

Prolungati i lavori, con qualche interruzione, finalmente il 24 giugno 1372, il tempio, incompiuto, fu consacrato dal Vescovo diocesano Giovanni Acquaviva con la presenza dei Vescovi di Camerino, Fermo e Numana e dedicato a San Giovanni Battista. In detta occasione e per la traslazione del corpo del Beato Corrado Miliani (1234-1289) nel nuovo Tempio, partecipò gran numero di Frati Minori delle marche e affollatissimo il popolo ascolano, che aveva contribuito generosamente all’erezione del suo “San Francesco”.

Veduta del centro storico di Ascoli Piceno

Successive realizzazioni

La costruzione delle cappelle e dei matronei avvenne negli anni 1443-1451. Le volte delle navate laterali furono eseguite nel 1521. La navata centrale e le lunette delle cappelle ai lati dell’altare maggiore ebbero compimento tra gli anni 1527-1545, la cupola nel 1549.

Trasformazioni

Durante il 1700 furono eseguite trasformazioni nell’interno con sovrastrutture in stile barocco. Sei altari furono costruiti lungo la navata sinistra e tre lungo quella destra. Finalmente negli anni 1852-1858 fu affrontata l’opera del ripristino della forma originaria, e compiuta la riparazione della cupola e dei tetti. I lavori furono diretti dall’ing. arch. Luigi Mazzoni ed ebbe valido promotore il P. Francesco Pirani di Osimo, allora guardiano.

L’inaugurazione del tempio rinnovato avvenne il 24 giugno 1855 con l’intervento del Cardinale Filippo De Angelis, Arcivescovo di Fermo, del Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali e di grandissima folla di popolo ascolano.

Dagli anni 1938-1939 in poi furono fatti lavori di restauro, riaperti i finestroni e dal 1958 furono eseguite le vetrate istoriate policrome dalla ditta “La Diana” di Siena su disegni del Prof. Francesco Joni.

Testi dalla brochure “Tempio Monumentale di San Francesco” (p. Giuseppe Gambini, n.d.)

I Francescani ad Ascoli Piceno

Accolto da popolo e clero, San Francesco d’Assisi toccò Ascoli nel 1215, facendovi 30 discepoli. A tale data risale l’eremo di San Lorenzo alle piagge, sul colle San Marco, dipendenza del monastero di Sant’Angelo, le cui monache accetteranno nel 1239 la regola damianita passando poi nel 1246 sotto la piena cura dei frati minori.

Un lascito del 1237 ai FF.MM. “de Esculo” lascia supporre avvenuto il trasloco a Sant’Antonio in campo parignano, un tempo (1206) sede di monache cistercensi. Dichiarato conventuale nel 1250 come gli altri Luoghi maggiori – con privilegio di cimitero, campane ecc. – fu sede di Studio anche prima del 1255.

Saccheggiata la città da Federico II nel 1240, si pensò sempre più a trovar posto entro le mura, dove già una comunità staccata serviva il “monasterium pauperum inclusarum” di S. Maria e S. Giorgio (poi S. Maria nova), tra Ponte Maggior e Porta Romana. Ottenuta licenza papale e del ministro generale S. Bonavenura nel 1257, con procura a Tommaso Saraceno – e tra le firme v’è frater Conradus lector, che è il Beato Corrado Miliani – fu tutto venduto per lire 1.000 volterrane e comprato il sito “in vico Scayde” in parrocchia S. Maria iter vineas. Esistono ancora nell’archivio di stato di Roma queste pergamene olim dell’abbazia di Fiastra.

San Francesco con le 2 torri e la sua cupola

Ne nacquero difficoltà col clero e con la città, mentre persino il vescovo nega la posa della prima pietra. Rimedia Alessandro IV inviando il minorita Fra Bonagiunta da Fabriano, vescovo di Recanati a portare una prima pietra da lui benedetta, a benedire il cimitero, assicurando poi la pace nel 1259 con l’elezione di un vescovo francescano in Fra Rainaldo, che la durerà fino al 1285, e con la proibizione del 1260 di costruire chiese e conventi entro le 300 canne dei Frati Minori.

La chiesa, iniziata nel 1262 e proseguita con lentezza per mutato disegno – ma riuscì poi grandiosa, a tre navi, interamente in travertino – fu consacrata nel 1372 e terminata nel 1464. Seguiranno la torre verso la piazza: 1461-64, le campane: 1467. 1485, il tabernacolo: 1533, le tele di Cola d’Amatrice: 1516-47, il monumento a Giulio II nel 1510, le volte a crociera: 1521-33, la cupola: 1548-49.

Il convento, vasto e noto per i suoi nove pozzi, si rifabbricava con più simmetria nel 1484. Il refettorio è del 1514-15. Dormitorio e chiostro: 1531. 1565, completato, quest’ultimo, con i 500 scudi che vi testò Vincenzo Cataldi nel 1624. L’altro, il “claustrum clausurae”, era certamente finito nel 1583.

Illustrarono questo luogo: Fra Girolamo Masci, ministro generale (1274-79), cardinale e poi papa Nicolò IV (1288-92), che l’arricchì e della solita indulgenza e delle reliquie della Croce e del sangue di San Francesco; il Beato Corrado Miliani, designato cardinale ma prevenuto dalla morte (+ 1289); papa Sisto V (1585-90) che, ritenendosene “figlio”, vi fece celebrare l’unico capitolo generale nel 1587, presenti 1500 frati; papa Clemente XIV (1769-74), che vi aveva compiuto i suoi studi; M° Felice Centini, procuratore generale, poi cardinale e vescovo di Mileto e Macerata; M° Maurizio Centini, vescovo di Massalubrense e di Mileto; M° Felice Gabrielli, ministro generale (1653-59) e vescovo di Nocera de’ Pagani.

Saccheggiato nel 1800, soppresso negli anni 1808-20 e ancora nel 1861-66, vide un chiostro passare in mano altrui e l’altro ridotto a piazza del mercato e l’orto scomparire sotto strade e fabbricati. Ma la chiesa, riportata parzialmente all’antico stile del P. Francesco Pirani (1852-55), fu sempre officiata dai nostri che, solo verso la fine del secolo, riebbero in uso alcune stanze del loro storico convento.

Intelligenti lavori di ripristino (1960-70) hanno ridato splendore a questo monumento nazionale, arricchito ora di un organo eccezionale, e una decente sistemazione (1977-78) alle stanze lasciate in uso ai religiosi.